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Avevamo posto così il piede sul Carso, l’altipiano ormai leggendario ove avrei dovuto restare parecchi mesi, … facemmo conoscenza con le doline, imbuti od affossamenti naturali del terreno, nei quali riusciva più agevole ripararci dai tiri nemici. Erano le doline, specie quelle più profonde, abbastanza difese da tiri tesi, non dunque dai proiettili degli obici e specie dei mortai e dalle bombarde, che quando raggiungevano il fondo della dolina facevano scempio mietendo numerose vittime.
Lungo le trincee, collegate da profondi camminamenti alle doline retrostanti e fra di loro, erano scavate buche, tane o piccole caverne ove la truppa si ricoverava alla meglio allorché il bombardamento si intensificava.
(Bazini G., Da Venezia … a Venezia, Foto LIDAR Sloveno)