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Guglielmo Esposito
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Alto Isonzo - Krasji Vrh





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Porzione di carta da hungaricana.hu dove sono segnati i tipi di cannoni e se sono in barbetta o in caverna
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Porzione di carta da hungaricana.hu con segnate le batterie in caverna
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Fontana sopra Ravne dove Carlo Emilio Gadda si fermerà con la sua sezione di mitraglieri dopo avere ricevuto l'ordine di ritirata il 25 ottobre 1917 alle ore 04,30, ordine che è stato diramato otto ore dopo che erano saltati tutti i ponti sull'Isonzo
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Scorciatoie per tagliare un po' di tornanti per salire a Planina Za Kraju
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Si sale verso la strada cementata
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Terrapieno della mulattiera del "Genova"
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In alto sulla strada per la Planina Za Kraju
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Lungo la strada resti della Grande guerra e segni della devozione popolare
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Il Monte Nero è coperto dalle nuvole
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La strada cementata che sale da Ravne
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Sul piano di Planina Za Kraju, ci sono molti resti della Grande Guerra, compreso un piccolo cimitero del 6° reggimento bersaglieri
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L'entrata alla Planina, con l'indicazione per il Krasji Vrh
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Uno sguardo alle spalle prima di entrare nel mucchio di mucche
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Che però se ne vanno per i fatti loro
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Il complesso della Planina Za Kraju
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E nei rilievi alle spalle della Planina un imbocco di caverna
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Con una trave di legno sul soffitto
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Caverna comoda e alta
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Data la posizione dovrebbe essere AU
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La caverna è lunga circa una quindicina di metri e larga due metri
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Con panoramica verso il Monte Nero
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Superiamo la Planina e ci incamminiamo verso un capanno di caccia che presenta due caverne AU
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Entrata comoda ma caverna poco profonda
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La seconda caverna e il capanno di caccia
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La mulattiera del Krasji Vrh è ampia e sale con pendenza regolare nel bosco
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Uno sguardo alle spalle per vedere la strada fatta
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Si continua a salire
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Con tornanti per superare il dislivello
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La mulattiera segnata dai muretti
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Si arriva al bivio per il Krasji Vrh che si può raggiungere da due parti, a sinistra si va veso la valle dell'Isonzo per poi salire alla cima.
A destra si va verso il piccolo Krasji (o Debeljak) e poi si sale alla cima del Krasji Vrh da Nord
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Noi andiamo a destra in quanto la nostra meta è vicina al Piccolo Krasji
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Si notano dovunque resti di baracche
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La comoda mulattiera percorsa da migliaia di soldati
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Baracca o postazione
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Con muri robusti
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Appaiono i segni di un carsismo primario
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Il sentiero sale sempre
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Strade sostenute da muretti che vanno verso la parte Nord del Piccolo Krasji verso la Val Lepena
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Sotto di noi si trova l'entrata della Snežna Jama, abbiamo visto l'indicazione al bivio per il Krasji Vrh.
Il Catasto delle Grotte Sloveno riporta: Lunghezza 107 metri Profondità 26 metri
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La mulattiera continua comoda e larga
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Salendo verso il Krasji Vrh
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Si allargano le panoramiche a sinistra del sentiero
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Mentre a destra nuovi muretti per strade e costruzioni
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Fino alla colonna dedicata al Sergente Maggiore Menna del 4° Reggimento di Artigliera
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Vedere questi resti e ricordare la fotografia originale
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La caverna era servita da una piccola decauville per il trasposrto delle munizioni, la scala probabilmente è stata fatto dopo le modifiche alle costruzioni e al terrapieno sopra la caverna dell'artiglieria
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La caverna è ampia
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Con uscita blindata per una postazione di artiglieria
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Con vista verso le trincee nemiche
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E molte riservette e sale per munizioni o per posizionare soppalchi per i letti dei soldati
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Arriviamo alla "Depressione K" di Carlo Emilio Gadda
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A sinistra, in fondo alla doline c'è un cestone dove depositare le granate e i proietti trovati inesplosi
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Una baracca sopra il sentiero
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Le rampe che servivano per trasportare i cannoni che dovevano essere posizionati in fondo alla dolina
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Dal "Giornale di guerra e di prigionia" di Carlo Emilio Gadda riusciamo a capire come era sistemata la compagnia di mitraglieri nelle caverne della dolina
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Lungo il sentiero alto che porta alla caverna di Gadda c'è una baracca che protegge una caverna comando
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Guardando verso la cima del Krasji Vrh
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I muri della baracca seguendo il sentiero nella "Depressione K"
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Entrata della caverna
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Pareti della dolina lavorate per ospitare muri di baracche
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Ci avviciniamo alla caverna dietro la baracca
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E superate le pietre cadute all'ingresso
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Arriviamo ad un grande bivio
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A sinistra c'è una piccola salita per continuare la visita alla caverna
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Uno sguardo verso l'ingresso
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A destra si arriva ad una biforcazione
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Nuovamente a sinistra con la caverna bella ampia ed alta
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La caverna continua
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E porta ad una postazione di artiglieria verso il Monte Nero e a sinistra una caverna per munizioni e serventi al pezzo
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Che termina in una postazione con tiro verso il Vrata
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Ritorniamo nella caverna principale
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e troviamo un altro bivio con caverne ampie
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E che ci porta all'ingresso
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Appena fuori dalla "depressione K" troviamo la baracca dove dimorava Gadda, il quale era stufo del "Carnaio vissuto nelle caverne del Carso"
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"Poco distante dalla mia caverna vi era quella di Cova"
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La caverna dista circa una trentina di metri dalla caverna dove c'era la compagnia dei mitraglieri di Gadda
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Alle pareti all'entrata vi sono pannelli di cemento per la tenuta della volta
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Una postazione di cannone trasformata in postazione di mitragliatrice
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Una seconda postazione di cannone guarda verso la Val Lepena
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Andiamo verso la fine della "Depressione K"
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Ed entriamo nella caverna ben descritta da Carlo Emilio Gadda nel suo "giornale di guerra e di prigionia"
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Un abitante indigeno in alto a destra, già in letargo e non lo disturbiamo, mentre la caverna continua ampia
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Arriviamo al bivio
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A destra arriviamo all'uscita della caverna verso la trincea blindata che scende verso il basso del bordo della "Depressione K"
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A sinistra la caverna prosegue verso la feritoia di cannone
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E al bivio la caverna sulla destra porta ad una uscita verso il Piccolo Krasji
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E, vista la molta legna a terra, serviva per i letti a soppalco degli artiglieri
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Numerose riservette lungo la galleria principale e in fondo la feritoia del cannone
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La riservetta di destra
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Circa 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza
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La postazione del cannone ben descritta da Carlo Emilio Gadda: "permetteva l'alzo per il cannone ma era inadeguata per le mitragliatrici alle quali limitava il tiro di protezione verso il Veliki"
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Ritorniamo all'ingresso rivedendo le gallerie e le riservette
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Fuori dalla "Depressione K" si arriva al ridotto della 58 a batteria di artiglieria da 105
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Una postazione in cemento per una batteria in barbetta
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Dove i serventi al pezzo hanno lasciato testimonianza della loro permanenza
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La foschia rende la scena simile al 24 ottobre 1917 dove l'avanzata del nemico era favorita anche dalla nebbia
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Ritorniamo verso la "Depressione K" passando tra muri di pietre sistemati a trincea
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Scendiamo velocemente nella "Depressione K"
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Stando bene attenti a non muovere le pietre per l'effetto valanga
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Sul bordo della dolina troviamo i resti della trincea blindata alla quale si accedeva dalla caverna di Gadda
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Ritorniamo sul sentiero in alto alla dolina e una caverna ci guarda, una robusta trave in cemento protegge l'entrata
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Caverna con diverse feritoie di artiglieria
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Rinforzate da cemento
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Con sale e deviazioni
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Verso postazioni modificate
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Riprendiamo la strada del ritorno verso le caverne del Serg. Menna
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Uno sguardo alla strada fatta ci fa vedere le caverne già percorse
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Mentre la foeschia inizia a occupare le doline e le postazioni alte
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Noi scendiamo "per balze e lasciando alla nostra sinistra la Planina Za Kraju e percorrendo la mulattiera del Genova"
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Scendendo a valle
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Mentre la foschia avvolge in un immagine ovattata tutta la montagna